Salve cocchi e ben ritrovati, dopo un po' di silenzio, sulle pagine internettiane di "MeanWhile in the Tardis", il blog che non ha molto da dire ma che lo fa con inaudita magnificenza.
Come ben sospettate, questo post sarà la solita recensione/punto di vista sull'ultimo episodio trasmesso della nostra amata serie, vale a dire "The Bells of Saint John". Prima però, un po' di notizie flash molto molto molto importanti e succose.
La prima riguarda la fondazione del primissimo Fan Club ufficiale italiano di "Doctor Who" (di cui sono co-founder) con tanto di tessere nominative e gadgets ufficiali. Come entrare a far parte del fan club, mi chiedete? E' molto semplice e tutte le informazioni le trovate a questo link facebookiano: Doctor Who Italian Fan Club. Nella sezione "eventi" della pagina, trovate la seconda notizia di cui vi dò un piccolo assaggio, vale a dire la quarta edizione di "MeanWhile in the Tardis", eventi a tema organizzati in quel di Modena. Vi aspettiamo numerosi come sempre con giochi, merchandise ufficiale e tante attività formato whovian!
Veniamo finalmente a noi e al nostro episodio che, di fatto, inaugura quella che è la seconda parte della Settima Stagione che ci sta regalando gioie e dolori.
La prima volta che l'ho visto, come spesso mi è accaduto per questi nuovi episodi, non mi ha detto granchè. Precisiamo: episodio gradevole, scritto magnificamente, con dei buoni spunti di riflessione e delle scene da "This is why I watch Doctor Who", ma a cui manca quel qualcosa per renderlo grandioso, quel qualcosa che invece aveva senz'altro "The Asylum of the Daleks". Dopo il rewatching, l'animo è di tutt'altro spirito. Non vi snocciolerò la trama, perchè se state leggendo questo post l'episodio l'avete già visto e quindi vi ripeterei cose ben note. A parer mio, "The Bells of Saint John", gioca su due perni magnifici e geniali: la coppia Dottore-Clara e un genio come Moffat alla sceneggiatura. L'idea di base è si piacevole, ma alquanto banalotta e giusto un contorno, paragonato agli scambi di battute tra i due protagonisti, al loro interagire e, più semplicemente, al loro essere. Ci sono scene brillanti, senza bisogno della trama sotto, per intenderci. Basta pensare a quella sequenza magnifica in cui il Dottore si cambia di abito, sfoggiando il nuovo outfit; dice solo una battuta, "Monks are not cool", ma quella scena è da 10+, perchè Smith è da 10+. E anche Jenna lo è. Probabilmente, quel che mi ha fatto storcere il naso alla prima visione, è stata la grande aspettativa che mi ero (ci eravamo?) creato in attesa di quello che, alla fin fine, è stato un episodio veramente piacevole, ma non da farti esplodere la testa come Moffat ci ha abituati. Anche se poi, ci trolla alla fine come di consueto perchè chi sbuca dai meandri di "The Snowmen"? The Great Intelligence. Cos'è questa enigmatica organizzazione? E perchè Richard E. Grant è lì bello riposato, mentre l'ultima volta l'avevamo visto decisamente KO? Queste ed altre domande accumulate, si affollano nella testa di ogni appassionato.
Termino solo dicendo due cose:
1) Voglio una moto anti-gravità
2) What chapter you on?
Ten.
Eleven's the best.
E via verso settimana prossima e il nuovo episodio.
Bentornato "Doctor Who"!
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